lunedì 13 novembre 2017

La nuova frontiera dello sfruttamento giovanile

Siamo in Italia, un tempo paese fiorente di imprese in via di sviluppo, invidiati da tutto il mondo per le nostre eccellenze. Le nostre case automobilistiche, le nostre acciaierie, la nostra filiera agro alimentare, le nostre case vinicole, fior di stilisti di fama mondiale... Per molti eravamo il bel paese, un oasi felice dove investire per il proprio futuro. Oggi a causa di una politica disfattista e capitalistica, l'Italia è ridotta ad un cumulo di macerie, viviamo sulla scia dei benefici e delle opere lasciate dai nostri antenati, che stanno cercando di svendere ai paesi stranieri.

I sindacati rigorosamente di sinistra, hanno di anno in anno tutelato la classe capitalistica banchettando nei tavoli del potere a danno del povero lavoratore che di anno in anno ha perso non solo ogni tutela lavorativa, ma persino il sogno di una pensione futura. La classe del 52 è quella più svantaggiata a causa della legge Fornero, questi poveri lavoratori di anno in anno si vedono posticipato il traguardo auspicato dopo una vita di lavoro e sacrifici (tanto questi figli di buona madre che stanno in parlamento, sempre dopo una legislatura vanno in pensione, che ne sanno dei sacrifici della gente). E così in questi giorni discutono se posticipare ulteriormente l'età pensionabile. Eppure quando mio padre era ragazzo, gli fu detto che con 38 anni di contributi versati sarebbe andato in pensione, ed invece le sue aspettative e quelle di milioni di altri lavoratori sono state infrante da un governo di infami e traditori della patria.

In tutto questo frangente l'Italia si è appiattita, non c'è inventiva, uno inventa e gli altri come piccoli cinesi copiano la sua idea e la mettono in vendita svendendo il prodotto e quando si rendono conto di non rientrarci con le spese, invece di apporre dei correttivi per rientrare con gli utili, tagliano sui costi del personale. Ma non lo fanno in maniera legale, lo fanno riducendo arbitrariamente gli stipendi. E così taglio dopo taglio, e con allungamento a dismisura degli orari di lavoro a Palermo, si finisce che si vive per lavorare. Oggi con l'assenza dei sindacati che passano le giornate nei loro uffici al calduccio, giocando al solitario, strapagati con i soldi delle tessere che i boccaloni versano, il lavoro nero dilaga e mentre la guardia di finanza è impegnata ha raccattare invasori nel mediterraneo, in città il lavoro nero viene pagato a 2€ l'ora per i più sfortunati.



Ma cosa volete che cambi, un tempo erano altri i divari sociali, oggi c'è chi viene fruttato e c'è chi ha garantito un stipendio base da impiegato statale, loro si che sono fortunati. A vita avranno garantito uno stipendio e forse otterranno la pensione, gli altri lavorando a nero, non solo non avranno mai una vita decente, non avranno nemmeno la pensione e noi partite iva pagheremo, pur avendo servizi scadenti e tutele inesistenti, lo stipendio degli statali e i sussidi dei lavoratori a nero, perché per lo stato risultano nullatenenti e quindi con un reddito pari a zero (sulla carta), ottenengono così sussidi, socialcard, integrazioni all'affitto... tutto a carico nostro.

In città a causa di una amministrazione scadente le imprese falliscono giorno dopo giorno, pedonalizzazioni selvagge, ztl, assenza di mezzi pubblici e parcheggi, immondizia e degrado riducono drasticamente le attività diurne. E mentre di giorno le attività chiudono, la notte cresce a livello esponenziale la ristorazione. Pub, ristoranti, pizzerie, gelaterie, creperie, tost giganti, burgherie, tutte più o meno in regola, la maggior parte con personale a nero o sottopagato con contratti da 4 ore per poi farne 12. Ma si sà con pochi controlli di giorno... la notte si garantiscono solo i servizi essenziali e quindi si evade che è un piacere.

Ma con tutta questa ristorazione gli audaci hanno pensato alla nuova frontiera dello sfruttamento, la consegna a domicilio.



Molti di voi penseranno, ma esiste da una vita, vero ma oggi siamo andati oltre. Sono aziende che offrono il servizio di consegna a domicilio ai ristoratori, il format è semplice, il ristoratore si affida tramite contratto ad uno delle tante sigle uscite in questi anni, in cambio la ditta prescelta offre un portale dove le persone ordinano online il cibo dal ristornate preferito e tramite interfaccia arriva l'ordine al ristornante che prepara il tutto in sacchettini carini e coccolosi pronti per la consegna che un baldo giovinotto effettuerà al domicilio del richiedente.
Fino a qui direte nulla di strano, se non fosse che per poter lavorare in queste "aziende" i candidati devono fornire il proprio mezzo di trasporto. Pensate al titolare di un panificio che deve assumere un panificatore e gli chiede di portarsi il forno da casa. A questi candidati gli viene proposto un contratto co.co.co detto anche contatto a progetto e vengono pagati in base alle consegne fatte, in media dalle 2,50 € alle 3,50€ a consegna e non importa quante ore impieghi il conducente per fare da una parte della città all'altra, la paga resterà sempre quella e senza indennità di rischio, infatti in caso di pioggia o maltempo il rischio aumenta, ed alla stessa maniera aumenta il numero delle ordinazioni, del resto si sà quando c'è maltempo, la gente non si schioda dal divano ed ordina da casa un pasto caldo a domicilio. Ma non finisce qui, i costi dei rifornimenti di benzina sono a carico del lavoratore, i costi dell'usura del mezzo sono a carico del lavoratore (gomme, freni, cinghie...), le spese di eventuali sanzioni dovute ad infrazioni quali semafori rossi, eccessi di velocità ed infrazioni varie del codice della strada sono sempre a carico del lavoratore. Ma non temete perché adesso viene il bello, anche il costo della divisa e del box da fissare alla moto sono sempre a carico del lavoratore. Avete visto com'è facile fare impresa oggi?  Gli operai mettono a disposizione i macchinari, l'impresa esiste solo su internet gestibile in uno stanzino con un costo tendente a zero ed il business è fatto. Che geni.

C'è da aggiungere che gli ignari lavoratori non sanno che i loro mezzi non sono omologati per il trasporto di cose, che i box istallati per trasportare le pietanze compromettono la stabilità del motore rendendo il mezzo insicuro, ma soprattutto non sanno che in caso di incidente le compagnie assicurative potrebbero  rifiutarsi di risarcire il sinistro in caso di incidenti. Di fatto le compagnie in caso di incedenti causati da mezzi modificati, risarciscono il sinistro, ma poi si rivalgono sul proprietario del mezzo modificato.

Ma andiamo agli utili di questi geni dell'imprenditoria. Il cliente paga il costo della consegna ed il costo del conto del ristorante. Pertanto l'impiegato è pagato da chi effettua l'ordine del pasto, il loro utile è dato da percentuale di solito intorno al 20% sul costo del pasto. L'azienda incasserà le somme ed a fine mese effettuerà un bonifico alla ditta di tutte le comande consegnata, stornate dalla percentuale pattuita in fase di contratto.

Avete visto com'è semplice fare impresa sulle spalle altrui?
Capisco bene che in questo momento storico, ogni pseudo lavoro fa comodo, ma perché in questa città si riesce a fare impresa solo sfruttando la debolezza altrui.

A voi l'ardua sentenza.

Francesco Capizzi