martedì 12 novembre 2019

La ZTL, la movida e l'armata dei senza palle






Avete presente quanto è odioso il mal di denti? Un dolore costante e continuo che si estende all'orecchio e continua con il mal di testa. Ci verrebbe da dare testate al muro, di strapparci il dente e troveremo un minimo di sollievo, prendendo un antinfiammatorio. Ma sappiamo benissimo che è solo un palliativo, perché presto o tardi il dolore tornerà. Il Paziente che andremo ad analizzare è il classico cacasotto. Questo paziente per paura del trapano da dentista, continuerà ad assumere antidolorifici ed antibiotici vari, ottenendo come unico risultato, la distruzione della flora intestinale, che curerà con il gastroprotettore. Uno sperpero di denaro assurdo, per non fare l'unica cosa necessaria, andare dal dentista. Naturalmente non sono qui per farvi un resoconto medico, ma vi parlerò di una vasta categoria di cacasotto, i cosidetti senza palle, che popolano questa città. Sono sicuro che dopo quest'articolo, molti mi odieranno, ma è mia abitudine dire le cose in faccia. Nel centro storico di Palermo, vi è un emergenza ed a subirne le conseguenze sono i residenti. Il Comune di Palermo, ha dato delle autorizzazioni per la somministrazione alimenti e bevande a cani e porci, senza utilizzare nessun criterio logico. La maggior parte di queste bettole sono di piccole dimensioni e per svolgere un minimo di attività, la devono svolgere in strada. Ma quando si rendono conto di non essere competitivi con i veri locali, nel tentativo di diventarlo, iniziano ad omaggiare cibo improvvisando cucine. Iniziano a svolgere serate danzanti, karaoke, Dj set... il tutto all'aperto e privando del sonno i residenti, che diventano imbestialiti. Ed invece di denunciare, creano dei circoli virtuali stile alcolisti anonimi, dove ognuno di loro racconta la sua disavventura. E gruppo dopo gruppo, post dopo post, i geni della liberazione hanno partorito in una delle loro riunioni, che per risolvere il problema della movida selvaggia, occorreva ampliare la ZTL alle ore notturne. I brillanti luminari, decidono che la movida illegale, si dovrà curare, con un provvedimento che nasce per ridurre l'inquinamento da emissioni di CO2, geniali. E portano la proposta al consiglio comunale del Comune di Palermo. Sembrava tutto archiviato, ma il nostro genio della mobilità prende la palla al balzo e decide di fare una ZTL notturna sperimentale, solo 2 giorni alla settimana, poi chissà se gli affari vanno bene, ed i fessi passano sotto la telecamera, le multe volano e sì che si fa cassa. Quindi a dicembre, si partirà con la sperimenzione, la prima settimana ci saranno alcune pattuglie, ma dopo la seconda, chiunque entrerà nella ztl ed i residenti continueranno a non avere pace. Quindi a causa di chi ha paura di denunciare, la collettività deve soribirsi un provvedimento, che non servirà a risolvere nulla, né per l'ambiente e né per il riposo dei residenti. Quando basterebbe che tutti questi residenti, si riunissero in un comitato per fare una causa unica contro il Comune di Palermo, unico colpevole di questo disastro. Di fatto il Comune ha il compito di garantire il rispetto delle ordinanze, delle delibere e delle leggi vigenti e lo deve fare con l'ausilio delle forze dell'ordine. Qualora il Comune non lo faccia, o lo fà con provvedimenti blandi e non risolutivi, il Comune è da ritenersi complice di questo disatro, perché le leggi ci sono e vanno applicate. Fra le vittime di questo disatro, vi sono i residenti di via dell'Orologio e via Bara all'Olivella. Loro 365 giorni l'anno, ZTL o non ZTL, hanno l'intera carreggiata occupata da occupazioni parzialmente o totalmente abusive di suolo pubblico, con strutture che impediscono il passaggio dei mezzi di soccorso che lo stato Italiano, garantisce per legge. Il codice della strada e la delibera comunale per le concessioni del suolo pubblico, prevede che siano lasciati 2,75 metri per il passaggio dei mezzi di soccorso e questo non avviene. Pertanto loro non avranno mai problemi di smog, ma respireranno i fumi e gli odori delle cucine senza regolare canna fumaria o con i filtri usurati. Non avranno mai la possibilità di scaricare la macchina sotto casa, perché da via Maqueda non potranno entrare e il posto più vicino da sostare è piazza Olivella, che anch'essa area pedonale. Non potranno mai avere bisogno di un soccorso a domicilio, in quanto dovranno raggiungere l'ambulanza in piazza Olivella. E per concludere, per potere accedere a casa propria, dovranno spostare i tavolini che ostruiscono i loro portoni. Questi cittadini pagano le tasse per avere dei servizi pubblici, servizi garantiti per legge e il Comune di Palermo, non fa nulla affinché loro abbiano gli stessi diritti di un residente della via Libertà. Pensate che a loro possa interessare della ZTL? Pensate che con la ZTL, le occupazioni abusive, svaniranno per magia? Pensate che con la ZTL, i locali si metteranno a norma?  Io credo di no, ma soprattutto sò con assoluta certezza che nessuno dei residenti farà un esposto, continuerà a lamentarsi sui social, nella speranza che qualcuno come il sottoscritto, si esponga a posto loro.

Non ci resta che sperare nella provvidenza.


Ambulanza che non è riuscita ad accedere in via Bara all'Olivella 


Francesco Capizzi

lunedì 27 maggio 2019

L'ideale del topo di fogna



Il topo di fogna, fra la sua specie è un roditore che vive nell'ombra, nei cunicoli, fra i viadotti, nei luoghi più infetti. Il suo status, non gli permette di vivere alla luce del sole e come tutti i parassiti, utilizza altri individui, per svolgere tutte quelle mansioni, che lui non può svolgere. Il topo di fogna, durante il giorno, vive nascosto in tane anguste, prive di ogni confort, lontano da occhi indiscreti. Il topo di fogna sta sempre allerta, non riesce a dormire serenamente, in quanto se pur è un predatore, molto temuto, c'è chi gli da la caccia e lo vuole privare di quel minimo di libertà che gli è concessa, rinchiudendolo in una gabbia. Ma i suoi problemi non sono solo questi, in quanto anche fra la stessa specie, ci sono predatori più forti e predatori più deboli. Ci sono territori che non si possono varcare, ci sono lotte interne per la spartizione delle risorse. Le donne dei topi di fogna, sono fedelissime, portano in se i segreti del compagno e portano alla luce altre bestie immonde, che non avendo la croce del padre, usuifriranno dei benefici ottenuti dal padre, altri invece seguono le orme del padre ed aspirano a diventare capo branco.

I topi di fogna escono alla luce del sole, solo in rare occasioni, solo quando braccati o quando un membro del loro clan è stato catturato, ed allora camuffati con occhiali da sole, cappellino, rosario alla mano e perpetue che si battono il petto, accorrono all'ultimo saluto prima del gabbio. In quel frangente il topo di fogna, cammina retto, con il petto in fuori e con mani legate, si appresta a lanciare baci e sorrisi agli altri topi accorsi, tranquillizzandoli che mancherà dalla tana qualche anno e che questa esperienza servirà a fare punteggio nel proprio curriculum. Fra gli scortati al gabbio, ci sono i complici del topo, saranno sempre con le mani legate, ma chini su se stessi. Tenteranno in tutti i modi di nascondere la faccia per la vergogna. Terminta la condanna o si sarà redento oppure userà il punteggio ottenuto in gabbia, per fare carriera fra le fogne.

Fra i topi di fogna accorsi a dare un saluto alla luce del sole, ci sono i familiari e ci sono gli altri aspiranti al posto di comando.
Terminati i saluti e le passerelle di addio, i topi di fogna condotti nelle gabbie saranno impegnati in programmi blandi di recupero. Mentre gli altri torneranno nelle fogne nell'attesa dell'elezione del nuovo capo branco. Ogni quartiere ha il suo capo branco. Non appena eletto il nuovo capo branco, penserà a trovare le risorse per sfamare le famiglie di coloro che sono andati al gabbio. Fra di loro è una costante, utile per la sopravvivenza della specie. Il secondo passo che compie il capo branco è passare per le vie del quartiere a salutare i fedelissimi, coloro che hanno paura e si inchinano al loro passaggio, offrendo doni e regalie, che noi umani chiamiamo pizzo. Queste povere bestie, in cambio delle regalie, chiedono favori al capo dei ratti. Questo dà a lui un senso di potere, più sono le bestie che si genuflettono al suo cospetto e più lui si sente forte.

Spesso per poter accontentare i fedelissimi, il topo di fogna è costretto a chiedere aiuto ai suoi amici topi di città, che sono roditori in giacca e cravatta che ricoprono posti di rilievo nella società. A differenza dei precedenti non vivono nelle fogne, vivono in comode abitazioni, con giochini, suoni, ruote. Sono quasi sempre puliti e profumati, ma soprattutto coccolati. Loro difficilmente andranno al gabbio, in quando avendo avuto la possibilità di studiare, utilizzano le leggi a proprio piacimento. Ma soprattutto riescono a nascondere bene la trattaviva fra loro ed i topi di fogna. Entrambi le fazioni sono accumunate dall'avidità di denaro e non gli importa se la loro avidità danneggia terze persone.

Una volta morti questi topi di fogna, si rendono conto che hanno fatto una vita di sacrifici in mezzo la merda, per essere seppelliti come tutti gli altri. Con la differenza, che dopo qualche ora sono già finiti nel dimenticatoio e le loro tombe saranno oggetto di scherno e sputi, mentre le loro vecchie roccaforti saranno occupate da nuovi ratti.

In secoli di umanità, ogni qual volta che una società diventa corrotta e la legge inizia a tutelare i delinquenti, per riportare l'ordine occorre una pesante derattizzazione, dobbiamo solo decidere quando iniziare.

Francesco Capizzi

lunedì 28 gennaio 2019

Dehors di piazza Olivella: Il Comune di Palermo "legittima" le occupazioni abusive...




Qualcuno potrebbe pensare che sono diventato pazzo, ma in realtà quando è il primo cittadino ad esortare l'anagrafe a non rispettare una legge nazionale, da questa amministrazione possiamo aspettarci questo ed altro...

Ma andiamo ai fatti, venerdì 25 gennaio 2019 tutti i giornali locali, parlano di un accordo fra la Soprintendenza (ente regionale che rilascia i pareri per le installazioni nel suolo pubblico, all'interno del centro storico) ed il Suap (ente comunale che rilascia le autorizzazioni comunali), che dà una sospensiva ai titolari di circa 30 dehors che si sono visti recapitare dalla Sovrintendenza una richiesta di sgombero e di messa in pristino delle aree occupate. Articolo di Live Sicilia

Il provvedimento nasce in quanto il Suap per questi 30 fortunati gestori di locali, ha dimenticato di chiedere il parere alla Soprintendenza per l'istallazione di questi Dehors. Per dare un termine di paragone a chi ha iniziato a seguire da poco il mio blog, al fortunato esercente di piazza Olivella, è stata rilasciata in soli 23 giorni, nel mese di agosto 2015, un autorizzazione ad occupare il suolo pubblico per l'installazione di un dehors, che viola la delibera comunale 252 del settembre 2014. Mentre per la mia attività commerciale, hanno impiegato 174 giorni per un parere negativo e 98 giorni per un parere positivo, quando nella delibera è espressamente dichiarato che il processo autorizzativo avrà un tempo massimo di 90 giorni, per dei semplici ombrelloni, tavoli e sedie. Adesso avete capito quanto è stato fortunato questo gestore? Ma le sue "fortune" non finiscono qui, in quanto, quando chiedevo al Suap di poter istallare una struttura simile, il Suap mi rispondeva dicendo, che strutture del genere sono vietate in tutto il territorio cittadino, pertanto chiedevano un intervento alla Polizia Municipale, che intervenendo verificava che il locale incriminato aveva un autorizzazione rilasciata dal Suap e chiudeva la pratica, multandoli per la sola tenda di 14mt non autorizzata. Sanzione di 50€ con l'obbligo di smontarla entro 5 giorni, ma pensate che qualcuno abbia verificato che la tenda sia stata realmente smontata?

Riassumendo, il Suap mi scrive che la struttura non può essere istallata, chiede l'intervento della Municipale, che la trova autorizzata dal Suap e chiude la pratica. Geniale, no?

Ma ancora non ho finito di elencare le fortune di questo gestore...

Il 31 dicembre 2017, scadono tutte le concessioni di suolo pubblico, compreso la nostra e come previsto nella delibera all'art. 15 al punto d) (alla scadenza della concessione, rimuovere integralmente i manufatti e rimettere in pristino stato), noi siamo stati gli unici locali a lasciare l'area sgombera.

E malgrado dal 31 dicembre 2017, noi non abbiamo smesso di inviare pec ed esposti, sottolineando che eravamo l'unico locale a non avere spazio esterno e questo ci penalizzava, tanto che non abbiamo potuto rinnovare il contratto a 3 impiegati...
Le nostre richieste di legalità, sono state letteralmente ignorate, sia per questo "fortunato" gestore, che per i restanti gestori che occupano e continuano ad occupare abusivamente il suolo pubblico.


Tornando al "fortunato" gestore, per l'art. 19 della delibera 252 del settembre 2014, in caso di verbale che accerta la violazione delle prescrizioni contenute nel provvedimento, il titolare è tenuto ad eliminare le irregolarità. Nel caso venga accertato il perdurare delle irregolarità, il titolare della concessione incorre nel decadimento della stessa e per un anno non gli sarà possibile richiedere una nuova concessione...
Ma allora come mai, durante questi controlli, non gli sia decaduta la concessione? Sarà forse perché la struttura veniva dichiarata regolare?
Di certo posso affermare, che l'unico controllo che ha portato a risultati efficaci nel marzo del 2017 è stato fatto dai Carabinieri, in quanto nei controlli effettuati dal nucleo del CAEP della Polizia Municipale, secondo questo articolo del marzo 2016, gli unici 2  locali risultati regolari su 9 locali controllati, sono il nostro e quello del "fortunato" amico. Ma come è possibile che una struttura, con la stessa autorizzazione risulti regolare per la Municipale ed irregolare per i Carabinieri?
Sta di fatto che dopo i controlli dei Carabinieri hanno ridotto l'area occupata, hanno ritagliato un pezzo di pedana, ed hanno abbassato l'altezza dei pali delle recinzioni.

Il 28 giugno 2018 vengono eseguiti dei controlli da parte della Polizia Municipale, i giorni successivi esce un articolo che recita:

La polizia Municipale ha denunciato 4 gestori di attività di somministrazione alimenti e bevande, per occupazione abusiva di  un totale di 263 metri quadri di suolo pubblico e comminato oltre 4000€di sanzioni, dei locali ubicati in piazza Olivella, uno è risultato regolare. Articolo

In teoria anche il "fortunato" gestore avrebbero dovuto multare, vista la concessione scaduta, ma secondo uno di loro, sono stati multati di 50€ per la solita tenda che non hanno provveduto a smontare.

Il 29 giugno 2018, la soprintendenza invia un documento a queste attività chiedendone l'immediato sgombero e chiedendo inoltre al nucleo del Caep della Polizia Municipale, di verificare la reale messa in pristino di questi locali. Nessuno ha verificato la messa in pristino da parte di questi locali



In tutto questo frangente, tutti hanno continuato ad operare tranquillamente con ampi spazi e strutture accoglienti, fuori ogni regolamento. 

Il 30 ottobre 2018, gli agenti del Commissariato Oreto effettuano i controlli da me richiesti sul "fortunato" gestore, confermando che la concessione era scaduta.

Pertanto se nei controlli del marzo 2018, il "fortunato" gestore avesse ricevuto una sanzione per occupazione abusiva di suolo pubblico, aggiunta alla sanzione del 30 ottobre, farebbe scattare i sigilli per l'attività commerciale per 5 giorni, e qualora non smontasse la struttura, i giorni di sigilli si prorogherebbero sino alla completa messa in pristino.

Ma pensate che dal 30 ottobre ad oggi, il Suap abbia fatto notificare alla Polizia Municipale i famosi 5 giorni di chiusura? Niente di tutto questo, anzi come avete letto il Comune ci mette una pezza ed applica una sospensiva per questi 30 fortunati, fra cui il nostro amico di piazza Olivella.

Il colmo dei colmi lo si legge nei giornali, ma anche sulla pagina della Confcommercio. Il presidente della Fipe, la federazione che dovrebbe tutelarci, afferma che "lasciarli a loro posto è una buona notizia, finalmente si dà, un indirizzo certo se pur temporaneo, sulla questione dehors, nel centro storico, salvando così aziende e posti di lavoro"... Comunicato Antonio Cottone

Come si può definire una buona notizia il privilegiare 30 attività, rispetto a tutte le altre presenti in città? saranno i loro impiegati, con maggiori diritti dei nostri?

Del resto la Soprintendenza, non ha mai detto che non li avrebbe autorizzati questi 30 locali, ha sempre detto che non poteva autorizzare, strutture non idonee, che sono state rilasciate senza il loro parere, per tutelare il patrimonio storico e monumentale delle piazze, pertanto chiedeva a questi gestori di smontare queste strutture, per poi procedere all'autorizzazione delle nuove.

Quindi in sintesi questi gestori, non vogliono perdere il loro status di privilegiati, rinunciando ad avere le loro strutture, con strutture adeguate alla normativa regionale, hanno fatto pressioni al Comune affinché con la scusa della perdita dei posti di lavoro, ricevessero una sospensiva che li proteggesse dai controlli, finché non verrà fatta la nuova delibera, che attendiamo da 2 anni, e che mese dopo mese ci assicurano che sia in uscita e che ancora ad oggi non si ha una data certa di quando uscirà, visto e considerato che fra rimpasti e lavate di mano, le uniche volte che si sente un espressione uscire dalla bocca del nostro Sindaco e per andare contro il Ministro dell'Interno, per crearsi un nuovo elettorato in virtù delle elezioni europee.

Quando ho deciso di fare l'imprenditore, il Suap pubblicizzava "A Palermo, fare un impresa, non è più impresa"... Chissà a quali imprese si riferivano, perché chi vuole fare impresa legalmente, la prende sempre dove non batte il sole... con la complicità di chi avete votato e dovrebbe tutelarvi.


Francesco Capizzi

sabato 12 gennaio 2019

Resoconto di un anno di battaglie




In molti mi hanno chiesto notizie sulle mie battaglie e come mai, non vi è stato nessun aggiornamento sul mio blog. In realtà c'è stato un susseguirsi veloce di eventi che non mi ha permesso di scrivere nel blog. Ma sappiate che non mi sono mai fermato di guerreggiare. Per dirla tutta gli unici che non stanno al passo con le mie segnalazioni sono le forze dell'ordine. Avrebbero potuto attivarsi già anni fa, ai primi esposti in modo da non essere tartassati dal sottoscritto, ma visto che in città "determinati equilibri" sembrano intoccabili, hanno dovuto aspettare che mi rivolgessi alla Procura, per questioni che riguardano la corretta e semplice amministrazione Comunale.

Chi ci segue assiduamente, sà che il 2018 è iniziato malissimo, con una pesantissima spada di Damocle sulla testa, in molti a posto nostro si sarebbero arresi, ma non ho mollato di un millimetro. La mia battaglia è stata rallentata dai giochi del Suap, che rallentavano la nostra pratica di suolo pubblico, facendoci perdere una notevole somma di incassi. Mentre la maggioranza dei locali occupava abusivamente il suolo pubblico. A marzo uno dei miei esposti veniva archiviato, ma le informazioni contenute in esso, mi aprivano a nuovi scenari di abusi. Ma non avendo tempo di leggere le oltre 150 pagine ricevute dalla Procura, mi sono accorto di questa pesante "anomalia" giusto qualche mese fa. Ad aprile su richiesta della Municipale, ricevetti un controllo da parte dell'Ispettorato del lavoro. Controllo che era solo per la nostra attività. Mi chiesero tutta la documentazione riguardante la mia attività negli ultimi 5 anni ed a fine novembre 2018, mi convocarono per dirmi che ad ottobre le indagini sulla mia attività si erano concluse e che la documentazione sui lavoratori era perfettamente in regola. A Giugno conobbi il Geometra Orlando della Soprintendenza, che in tempi brevi diede voce alle mie segnalazioni, confermando ciò che ho sempre sostenuto e dandomi finalmente il 29 giugno 2018 un documento ufficiale a firma del dirigente della Soprintendenza, che confermava la situazione degli abusi da me segnalata. Tuttavia, la Soprintendenza è un organo regionale, che non ha un servizio di polizia proprio. Pertanto si rivolge alla Polizia Municipale del CAEP per svolgere i servizi di controllo richiesti. E nel documento che mi invia il 29 giugno 2018, la Soprintendenza chiede al Caep di effettuare dei controlli, al fine di far cessare questi abusi, che deturpano la monumentalità di una piazza a valenza storica. Cosa pensate che abbia fatto il Caep dal 29 giugno ad oggi? Se calcoliamo che tutti gli abusi sono ancora lì, lascio a voi le conclusioni...

Finalmente il 18 luglio 2018 arriva la nostra concessione ridotta, secondo le direttive della Soprintendenza. Veniamo relegati in un fazzoletto di 18 mq, mentre chi commette abusi, continua ad avere i bei dehors, i bellissimi gazebo ed altri distese interminabili di suolo pubblico.

A questo punto ho iniziato a pensare... che senso ha rivolgersi al Suap ed alla Polizia Municipale, se poi tutto rimane com'è? ed allora ho deciso che denunciare i reati di tipo amministrativo, non serviva a nulla. Iniziai a segnalare presso la Procura, Carabinieri, Finanza e Questura i reati di tipo penale.

E finalmente a settembre 2018 arrivò la prima vittoria. A quattordici mesi dalla chiusura del locale del famoso stigliolaro, il 15 settembre 2018 chiudeva un altro storico locale in via Giacalone, che dal giorno della sua apertura di oltre 15 anni fa, ha sempre occupato abusivamente il suo pubblico, oltre a commettere altri reati, da me sempre segnalati in tutti questi anni. Qualche giorno più tardi il 26 settembre il Comandante dei Carabinieri, eseguiva insieme ai suoi uomini un altro controllo nel locale a fianco gestito dalla stessa persona del precedente locale chiuso. Controllo che nasceva in seguito alle mie segnalazioni e che terminava con la chiusura del locale. Nel frattempo, visto che la Polizia Municipale era stata così gentile da richiedere un controllo da parte dell'Ispettorato del lavoro presso la nostra attività, ho pensato che era opportuno, girare la cortesia agli altri commercianti della piazza. Ed in seguito ad i loro controlli nel mese di novembre chiudeva un altro locale di via Patania. Ed in fine, il giorno successivo all'operazione Cupola 2.0 che portavano a numerosi arresti per mafia, un altro locale chiudeva in via Giacalone. Le aree da loro occupate abusivamente sono diventati posti auto, i residenti si sono appropriati di spazi pubblici a loro negati da quasi un ventennio.

Ma non è finita qui, in questo susseguirsi di eventi positivi, ho avuto modo di spulciare per bene il plico della Procura e sono emersi dati inquietanti. Se il Suap per la nostra pratica di suolo pubblico, ha impiegato 174 giorni per un parere negativo e 98 giorni per un parere positivo. Per un altra attività rinomata nella piazza ha data un autorizzazione in soli 23 giorni, quando per noi hanno impiegato 27 giorni per fare passare la nostra pratica dal protocollo all'ufficio del tecnico, che si trova nello stesso stabile. Ma non finisce qui, perché gli hanno concesso una struttura che viola la delibera comunale da loro emanata, senza richiedere nessun parere alla soprintendenza. E malgrado al 31 dicembre 2017 gli è scaduta la concessione del Suap, che era già stata impugnata dalla Soprintendenza che ne richiedeva lo sgombero, ad oggi risulta essere ancora istallata ed operante. Avete capito in che città viviamo?

Per concludere la settimana di natale, sono stato dall'Avvocato a chiedere lumi sulla causa contro gli agenti della Municipale. Ancora ad oggi non possiamo accedere agli atti, in quanto secondo il PM, l'unica parte lesa è la Pubblica Amministrazione. Mentre il Sig. Capizzi è considerato come un cittadino virtuoso, che ha segnalato questa anomalia nel sistema di controllo. Quindi il Sindaco che era stato messo a conoscenza tramite la sua pagina, prima ancora che presentassi l'esposto in procura e non ha fatto nulla, ha la possibilità di far costituire come parte civile il Comune di Palermo. Il sottoscritto che in tutti questi anni, ha subito una concorrenza sleale ed un enorme danno economico, sarà premiato allo stato attuale, con una pacca sulla spalla.

Il 30 dicembre ho inviato una pec a tutti gli organi competenti, ricordando che al 31 dicembre molte concessioni sarebbero scadute. Ho inviato una nuova pec, i primi di gennaio, ribadendo che le concessioni abusive persistono, e che allo stato attuale continuiamo ad essere danneggiati. Ma ad oggi nessuna risposta è arrivata. E tutti continuano ad occupare il suolo pubblico con le loro strutture abusive chiuse, mentre noi con i soli ombrelloni non possiamo far sedere nessuno all'esterno. Il Sindaco è in campagna elettorale per l' Europee e non ha tempo per le questioni della città. Palermo è la capitale dell'abusivismo e noi che pretendiamo la legalità veniamo messi a tacere, ma non demordiamo, come vi ho dimostrato la calma è la virtù dei forti e prima o poi il conto gli e lo presentiamo.

Francesco Capizzi

Ringraziamo il Comandante dei Carabinieri e tutte le Forze dell'Ordine che hanno dato voce ai miei esposti

martedì 1 gennaio 2019

La mafia ha messo le mani sulla movida





La mafia come l'abbiamo conosciuta non esiste più, molti di voi nemmeno l'hanno conosciuta, conoscono le sue gesta sanguinarie grazie ai film di mafia che in tutti questi anni, hanno infangato l'immagine della Sicilia. E pertanto ogni atteggiamento mafioso che viene perpetuato in città, non gli viene attribuito il giusto valore.

Giornalmente finanziamo atteggiamenti mafiosi, senza rendercene conto e non dando importanza al gesto stesso. Questi gesti avvengono ogni qualvolta che pagate un parcheggiatore abusivo, ogni volta che acquistate da un abusivo ed ogni volta che acquistate una semplice dose di fumo, giustificando il gesto che lo fate perché non è legalizzata. Nemmeno le rapine lo sono eppure non credo che le facciate...

Oggi la mafia, non è quella di un tempo quella del pizzo, delle estersioni, delle violenze... La mafia si muove in silenzio. Oggi sono due le categorie che pagano il pizzo, i primi sono i favorevoli, in pratica coloro che ritengono che sia giusto pagare il pizzo, lo affermano in quanto ottengono un beneficio da esso. L'abusivo che piazza una bancarella per strada, lo fa con il bene placito del boss di zona e dietro pagamento del pizzo, lui difenderà sempre il boss di quartiere perché gli permettera di lavorare tranquillamente senza pagare tasse. E se le cose gli iniziano ad andare bene e vorrà ingrandire la bancarella, gli basterà versare nelle casse del boss un aumento della pigione. I parcheggiatori abusivi pagano il pizzo per poter prendere possesso della loro area... La seconda categoria che paga il pizzo, sono i senza palle, quelli che hanno paura di denunciare e pagano in silenzio questi strozzini. Molti di loro talmente hanno paura, che negano persino davanti ad un interrogatorio, rischiando un imputazione per favoreggiamento.

Il resto dei cittadini, non paga il pizzo e difficilmente riceverà minacce estorsive, in quanto la mafia odierna, prova a testare il terreno prendendo informazioni e qualora vede reticenza, non forza la mano per paura di essere denunciata.

Con l'operazione dei giorni scorsi, la Cupola 2, (Fonte) è saltato alla luce un ingrosso di bibite ed alimentari che obbligava i gestori del quartiere Olivella ad acquistare da loro. Tuttavia sarebbe da stupidi pensare che la mafia trovasse la sua fonte di sostentamento economica, nei locali affiliati che acquistavano i loro prodotti. Da quando la mafia si accontenta di piccole percentuali? si ribalterebbero nella tomba i vecchi usurai che hanno messo in ginocchio e portato alla morte, centinaia di migliaia di famiglie siciliane.

Pertanto cos'è che può portare un vero introioto alla mafia, senza rischiare di essere denunciati?
Chiedendo il pizzo vi sono elevate possibilità di finire in galera (giudici permettendo), mentre per dormire sogni tranquilli la mafia vende droga.

Del resto nella storia dell'ultimo decennio solo un drogato ha denunciato il suo pusher perchè gli ha venduto una dose minore. In tutti gli altri casi, il drogato a prescindere che si tratti di droghe leggere o pesanti, chiama e venera il suo pusher, lo insegue e lo raggiunge ovunque e lo rincorre con i soldi in mano.
Quindi alla mafia non gli resta altro che trovare bacini di potenziali clienti.
E' risaputo che l'età del cliente tipo oscilla dai 16 ai 35 anni, e dove trovare tanti potenziali clienti se non nei luoghi di incontro della movida? Più le piazza sono affollate, più c'è musica ad alto volume, più c'è sballo e di conseguenza c'è più spaccio.

Ma visto che molti gestori per paura delle sanzioni hanno evitato il consumo di droghe nell'area antistante al proprio locale ecco che la mafia ha provato a mettere una pezza. Locali aperti da prestanome nei luoghi chiave della movida. Uno o più locali piazzati nei punti chiave, gestiti da insospettabili che fanno il gioco della mafia, procacciando ed attirando potenziali clienti e svolgendo il servizio di "lavanderia".

In pratica ripuliscono il denaro dei loro proventi illeciti.

Se vi fosse un vero e proprio controllo del territorio tutto questo non esisterebbe. Invece tutto questo esiste ed è un mercato in continua espansione e tu che ti batti il petto ricordando il sacrificio di Falcone e Borsellino, ogni qualvolta che acquisti una droga se pur leggera dal pusher di turno, hai finanziato la mafia ed avrai ucciso nuovamente Falcone e Borsellino.

Ma sono sicuro che non ti importerà, perché per sentirti per un ora qualcuno avrai bisogno della tua dose quotidiana e tutto il resto e noia.


Francesco Capizzi