martedì 27 dicembre 2022

Vi spiego perché la mafia batte lo Stato

 


Due storie a confronto, la prima è la mia, la seconda riguarda la storia di una signora Rossi, (nome di fantasia).

 

Con la passata amministrazione comunale, ho tentato per anni a mettere in evidenza le anomalie presenti in piazza Olivella, ma ho trovato solo muri di gomma ed ostruzionismo. Mi sono dovuto rivolgere pertanto alla Procura della Repubblica, ma malgrado la Soprintendenza e la Procura mi davano ragione, le strutture non sono mai state rimosse, ed alcune occupazioni sono state persino ampliate.

 

Il 23 maggio 2016, inviai una pec al Suap, dove mostravo le strutture che mi circondavano, e chiedevo alla responsabile, quale delle strutture illustrate, potevo richiedere. La Dott.ssa Patrizia Milisenda il 17/06/2016 mi rispondeva, che strutture del genere erano vietate in tutto il territorio cittadino e provvedeva ad inviare una nota alla Polizia Municipale. Controlli che una volta avvenuti, si concludevano con un nulla di fatto, in quanto la struttura paradossalmente era autorizzata dallo stesso Suap.

Ho inviato altre 4 pec al Suap, mostrando le continue irregolarità e questa volta mi risponde la Dott.ssa Mandalà Maria il 29 novembre 2016, dicendo che le mie segnalazioni, sono state inviate alla Polizia Municipale, unico organo deputato al controllo. Il 27 gennaio 2017, ci furono i controlli, ma come è emerso successivamente dalle indagini della procura e dai tabulati telefonici di alcuni agenti della municipale, alcuni gestori erano stati avvertiti prima dei controlli. Alle prime luci dell’alba del 28 gennaio, ricevetti una molotov nella saracinesca del locale (https://video.corrieredelmezzogiorno.corriere.it/denuncia-tavolini-abusivi-lanciano-bottiglia-incendiaria-contro-negozio-la-mafia-c-entra-eccome/2ccc1200-e7cf-11e6-9670-1e802057125d). Ma non mi sono abbattuto, ho continuato a segnalare, rivolgendomi questa volta ai carabinieri. A marzo 2017, fecero dei controlli e scoprirono che un locale, malgrado favorito dal Suap, violava ulteriormente l’autorizzazione concessa e pertanto provvedevano alla richiesta di rimozione degli abusi. Tuttavia, la struttura continua a violare la delibera 252 del settembre 2014. Il 4 dicembre, sempre la Dott.ssa Mandalà chiedeva nuovi accertamenti. Depositai una nuova querela in questura e fui contattato dal dirigente il Dott. Siracusa, che fece partire i controlli e convocò per sommarie informazioni un incaricato della Soprintendenza ed un incaricato del Suap. Si è scoperto che l’attività precedentemente controllata dai Carabinieri, ha ottenuto una concessione di suolo pubblico difforme alla delibera 252 del settembre 2014, in soli 21 giorni nel mese di agosto, quando la mia richiesta di rinnovo è stata tenuta nel “cassetto” per 179 giorni… uno strano modo di mostrare gratitudine da parte del Comune di Palermo. In seguito a queste indagini ad alla mole di pec inviate al Suap ed alla Soprintendenza, quest’ultima rispondeva il 29 giugno 2018, il Sovrintendente Lina Bellanca, ci informa che le strutture presenti non sono regolari e chiede agli organi preposti la messa in pristino dello stato dei luoghi. Ripristino che non solo non c’è stato, ma come è emerso più tardi da un accesso agli atti fatto in Procura, vi è stato un accordo fra Soprintendenza e Suap, che permetteva a questa ed altre attività che avevano ottenuto la concessione senza il parere preventivo della Soprintendenza, di prorogare l’attuale concessione fino al 30 giugno 2019, l’accordo non era prorogabile. Ma nessuno ha ripristinato lo stato dei luoghi dopo quella data e nessuno ha controllato l’avvenuto ripristino.

Nel maggio 2022, ricevo la richiesta di archiviazione da parte del sostituto procuratore che ha seguito le indagini. Archiviazione a cui il mio avvocato, non ha fatto in tempo a fare opposizione.

Tuttavia, le dichiarazioni del sostituto procuratore mi lasciano sbalordito, in quanto dichiara che le indagini vengono convogliate in un altro procedimento seguito dalla polizia municipale, nato da un mio precedente esposto, che porta al processo di 3 agenti della municipale. Venivano assegnate ulteriori indagini al commissariato di Polizia di Stato Oreto. Le indagini confermano quanto da me dedotto. La sovrintendenza, chiarisce che le autorizzazioni presenti al centro storico, necessitano del loro parere preventivo; pertanto, informa che non intende rinnovare la concessione data all’attività da me segnalata e ne chiede l’immediata rimozione (giugno 2018). Il funzionario della Soprintendenza precisa che alcune richieste di rinnovo relative a concessioni rilasciate in assenza del parere della soprintendenza erano state sospese poiché, il Suap, con nota del 7.12.18. comunicava alla Soprintendenza che per le stesse pratiche avrebbe provveduto al rilascio di concessioni temporanee, non rinnovabili, in attesa dell’approvazione di modifiche di regolamento comunale.

Di analogo tenore le dichiarazioni rese dal funzionario del Suap, responsabile del servizio rilascio concessioni di suolo pubblico presso il comune di Palermo. Riguardo alla pratica del locale da me segnalato, la pratica veniva istruita da due impiegati del Suap, i quali per motivi a lui ignoti, rilasciavano la concessione senza il nullaosta della Soprintendenza. Confermava inoltre che era nato un accordo Comune e Soprintendenza per il rilascio di concessioni temporanee non rinnovabili, in questo modo si annullava in data 17.01.2019 l’intimidazione di messa in pristino precedentemente emanata nei confronti del locale da me segnalato.

Riassumendo il locale da me segnalato, ottiene nel settembre 2015 in soli 21 giorni, una concessione ad occupare il suolo pubblico senza il parere preventivo della Soprintendenza, con una struttura che lo stesso Suap, dichiara difforme al regolamento comunale. Il 31 dicembre 2017, questa concessione scade, ma nessuno come previsto dal regolamento provvede a rimuoverla.  A giugno 2018 la soprintendenza, ne chiede l’immediata messa in pristino dello stato dei luoghi e chiede l’intervento della Polizia Municipale. Intervento che non c’è stato. A gennaio 2019 Suap e Soprintendenza si mettono d’accordo… Noi comuni mortali, continuiamo ad avere ombrelloni aperti, mentre loro strutture chiuse, calde ed accoglienti… Ma ora viene il bello.

 

Il Sostituto procuratore continua… Il fatto che il Suap abbia autorizzato le installazioni fa sì che l’occupazione non possa essere considerata “arbitraria”. L’assenza di nulla osta da parte della Soprintendenza, circostanza astrattamente idonea ad integrare la fattispecie di cui all’art. 181 d.lgs 42/04, appare divenuta ad un certo punto una costante, e non un difetto della situazione concessoria esclusiva del locale da me segnalato (dagli atti emerge che c’erano altre 6 attività che avevano ottenuto la concessione senza il parere preventivo della Soprintendenza), tanto che si è realizzata una sorta di conferenza dei servizi che ha partorito una soluzione, di dubbia legittimità (mi sono rivolto alla Procura, se non lo sanno loro se una cosa è legittima, a chi mi devo rivolgere?), con cui si è consentita comunque l’emanazione di autorizzazioni provvisorie, in attesa, evidentemente, di un censimento, finalizzato alla regolarizzazione di tutte le attività richiedenti autorizzazioni per esercizi di somministrazione nella piazza Olivella di Palermo. In ogni caso non sono confluiti nell’ambito del presente procedimento specifici accertamenti nei confronti di alcun esercizio commerciale che consentano di apprezzare la sussistenza di fattispecie penalmente rilevanti nei confronti di alcuno, né tantomeno, di sostenere la ricorrenza di un processo.

In realtà, dalle risultanze di indagine, e da quanto riferito dal signor Capizzi, nella piazza Olivella, si sono concentrate numerose irregolarità sul piano amministrativo, verosimilmente dovute, oltre alla forte pressione commerciale cui è sottoposta la zona, noto centro di aggregazione dei giovani e turisti, anche alle condotte infedeli di pubblici ufficiali preposti ai controlli… Si chiede pertanto l’archiviazione

È scaduta anche la proroga non rinnovabile ed è stato fatto il nuovo regolamento… ma malgrado le nuove norme sono più stringenti, le strutture rimangono ancora lì.

Dall’accesso agli atti sono emerse numerose anomalie. Tuttavia, dopo 5 anni la querela è stata archiviata con un nulla di fatto.

 

La storia seguente è quella della signora Rossi. Sotto casa sua apre un pub, e come avviene spesso il titolare, pone dei tavoli su entrambi i lati della carreggiata ed inizia a fare concerti live all’aperto. La sig.ra Rossi scende a lamentarsi con il titolare. Il titolare, dopo qualche giorno, resosi conto che il suo locale senza musica non è attrattivo, fa un nuovo concerto. Nascono una serie di litigi fra la signora ed il titolare, fino a quando due personaggi si presentano alla porta del gestore e lui decide di chiudere. Attività chiusa in meno di 5 mesi dall’inaugurazione.

 

In termini di legge, la signora ha ragione, vi erano dei reati in corso, si sarebbe dovuta rivolgere all’arpa, che sarebbe intervenuta dopo mesi, avrebbe dovuto presentare un esposto, rivolgersi ad un legale e magari come nel mio caso, dopo 5 anni sarebbe finita a tarallucci e vino.

Ecco perché la mafia vince, perché manca la risposta da parte dello Stato. Non so se nel resto d’Italia è così, ma qui un cittadino che pretende i suoi diritti, che pretende regolamenti uguali per tutti, non viene ascoltato. Dal giorno del deposito della querela, passano mesi prima di vedere quale attività intraprenderà il magistrato. Una denuncia depositata a novembre che mostrava le strutture chiuse a veranda, ha fatto partire i controlli a maggio dell’anno successivo, quando le strutture erano aperte per via del caldo. Eppure, quando c’erano da violare i diritti dei cittadini applicando decreti e dpcm incostituzionali erano velocissimi. Recepivano i dpcm in 24 ore ed erano operativi a scovare il presunto trasgressore, che ignaro delle leggi e della costituzione, sarebbe andato a pagare il verbale senza fiatare.

Con questo post, non voglio dire che è più conveniente rivolgersi alla mafia. Ma che a trent'anni dalla strage di Capaci, dove la propaganda antimafia ci ha mostrato un modello di Stato che in realtà non esiste, noi cittadini, dobbiamo pretendere di più se vogliamo essere rispettati come cittadini. Lo Stato ci usa solo per spremerci per le tasse, noi invece dobbiamo pretendere servizi all'altezza delle tasse che paghiamo. Altrimenti i nostri figli saranno sempre costretti a migrare, perché hanno la certezza di vivere una vita approssimativa e sottopagata nel sud Italia.  

 

 

Francesco Capizzi