lunedì 17 luglio 2017

Palermo: Capitale dell'ipocrisia




Nei giorni scorsi in uno dei più importanti quartieri di disadattati, dove il tasso della criminalità è altissimo, la scolarizzazione è inesistente e dove le forze "dell'ordine", girano alla larga. E' stata trovata la statua del giudice Falcone, rotta ed utilizzata come ariete per accedere alla scuola.

Subito la notizia ha fatto il giro dell'Italia ed il popolo degli indignati ha sputato la loro sentenza, persino il presidente del Senato, Pietro Grasso si è indignato e con lui il resto dei politici che hanno fatto dell'antimafia la loro ricchezza. Ma subito dopo un altro atto compiuto da un altro disadattato richiama l'attenzione, questo tizio ha spento la sua sigaretta in un immagine di carta che ritraeva i giudici Falcone e Borsellino e nuovamente il popolo degli indignati ha ricominciato a sputare sentenza sulle loro pagine facebook, per condannare il vile gesto.

Subito per lavare l'onta dello sgarro e ripulirsi la coscienza da questa macchia orribile che rovinava l'onorabilità dei Palermitani e li rigettava in un incubo che era ormai un ricordo lontano, all'istituto nautico, iniziano i lavori per dipingere un nuovo gigantesco murales, che sia visibile dalle navi che arrivano dal mare.  Il messaggio è semplice e diretto, LA MAFIA NON VINCE A PALERMO. E questo gigantesco murales, fungerà da monito per tutti coloro che per qualsiasi motivo si saranno dimenticati del sacrificio di questi due giudici e di tutte le vittime della mafia.

I palermitani ci tengono a Falcone e Borsellino, ci tengono ai loro insegnamenti, ci tengono al lavoro svolto da questi giudici e ci tengono ai benefici ottenuti dal sacrificio di questi martiri.

Grazie a loro a Palermo è stata sconfitta la mafia, è stato sconfitto il lavoro nero, sono spariti i parcheggiatori abusivi, sono spariti i venditori abusivi e la città respira legalità... Peccato che questa aria di legalità si respiri solo il 23 maggio, quando in occasione dell'anniversario dell'assassinio di Falcone a Palermo arriva la nave della legalità ed in quel caso, il sindaco indossa la fascia tricolore, le forze dell'ordine si vestono a festa e si chiede gentilmente a coloro che sono ancora un po' mafiosi di evitare di svolgere la loro attività diversamente legale, per poter dare agli occhi degli ospiti che arrivano da tutta Italia di una Palermo città modello...

Peccato che l'indignazione finisce nell'arco delle 24 ore e tutto ritorna schifosamente normale.
Facendo pochi passi da questo bellissimo murales, ci si addentra a Piazza Marina, dove ogni 5 macchine vi è un parcheggiatore abusivo, il popolo degli indignati riconoscenti per il lavoro svolto, dona a loro qualche spicciolo, mai inferiore a 1€, rigorosamente a nero, in segno di gratitudine per avergli "guardato" la macchina. Salendo un altro po' ci si addentra nel regno del giovane palermitano, la Vucciria, un tempo mercato storico oggi luogo di intrattenimento e svago dei giovani indignati, all'interno si trova libero circolo di droghe, sfruttamento del lavoro nero, evasione fiscale, abusivismo... ma mai dire che andando lì si finanzia la mafia, perché lo dice anche il sinnaco, la mafia a Palermo, non comanda più.

Leggendo i vari profili di questi indignati, si legge sempre che a Palermo lavoro non ce n'è, che c'è solo lavoro nero e sfruttamento  e loro per combattere questo malessere sociale che fanno? Vanno alla vucciria che fa tendenza e finanziano coloro che offrono lavoro nero, che sfruttano questi giovani incapaci e finanziano la mafia acquistando la droga, ma se gli e lo fai notare si offendono, perché loro finanziano la mafia solo perché sono costretti. Se la droga fosse legale, non ci sarebbe nessun bisogno di finanziare la mafia, come se i pusher gli puntassero la pistola addosso e li costringessero a drogarsi, la sagra dell'ipocrisia. A questo punto potremmo chiedere di legalizzare le rapine, in modo da pulire la coscienza ai rapinatori, potremmo legalizzare anche gli omicidi, così da rendere meno grave il fardello degli assassini.





A questo punto ci potremmo liberare anche delle forze dell'ordine, tanto per quello che fanno non se ne avvertirebbe la mancanza. Potremmo creare una sorta di isola che non c'è, dove tutto è permesso.

A Palermo l'anormalità è il quotidiano e di questi bacini di illegalità Palermo è piena, ci sono abusivi ad ogni angolo, l'indignato medio compra la frutta dall'abusivo sotto casa, perché costa meno del supermercato che paga le tasse e dà lavoro, "mischinu sa buscari u pani". Compra il pesce dagli abusivi a Ballarò, perché fra le carenze igieniche, la diossina, l'istamina e l'illegalità acquista un sapore più intenso. Non va a ballare nelle discoteche, perché si paga il biglietto, balla alla vucciria che il dj è "aggratis", e chi se ne frega se tutto illegale. E se la musica impedisce il sonno ai residenti, la risposta che ti daranno questi cerebrolesi dell'indignazione "a loro chi gli ha detto di comprarsi la casa lì". Ci sarebbe da identificarli ad uno ad uno e di fare una discoteca sotto la loro abitazione, poi chissà a quale livello arriverà la loro indignazione. Il popolo degli indignati, parcheggia in doppia fila e "cu si lamienta è curnutu", perché loro lo possono fare e gli altri devono aspettare, ma se si trovano una macchina in doppia fila che gli ostruisce il passaggio, ricominceranno con l'indignazione. Per questo popolo l'importante è lamentarsi e indignarsi, ma alla fine il loro motto è fai quello che dico io, ma non fare quello che faccio io.

Il tizio che ha rotto la statua di Falcone ed il tizio che ha bruciato il poster di Falcone e Borsellino, lo hanno fatto perché odiano le istituzioni e nella loro ignoranza sono contro il sistema. Voi invece siete peggio di loro, perché vi proclamate come l'antimafia ed alla fine vi comportate da mafiosi. Nella città capitale della mafia, possiamo illuderci che la mafia non esiste, ma quello che non avete capito e che la mafia siete voi e finché continuerete ad alimentarla la mafia esisterà... Ora potete tornare ad indignarvi.


Francesco Capizzi

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