martedì 19 dicembre 2023

Altro che battaglia del grano

 La storia è ciclica e si ripete sempre, il copione è sempre lo stesso e se lo tramandano da generazioni a generazioni, solo i più attenti, coloro che non hanno studiato sui libri di storia imposti dal sistema, si accorgono della ciclicità degli eventi. E' notizia di qualche mese lo stop da parte della comunità europea alla produzione del grano e del mais all'Italia ed ad altri stati membri per un anno. Secondo la tesi di questi luminari del crimine organizzato, per preservare le biodiversità ed evitare il depauperamento dei terreni  degli Stati membri, in nome della politica agricola comune (PAC) dell'unione europea nel nome della tutela dell'ambiente e della sostenibilità, gli Stati membri dovranno produrre grano e mais ad anni alterni. 

Come al solito qualcuno potrebbe pensare, a me non riguarda ed invece questa nuova imposizione in nome del green, riguarderà tutti. In primis, ad essere colpiti saranno gli agricoltori della valle del Po o di altre aree geografiche che nascono come produttori di mais e grano, ma successivamente con effetto a catena sarà colpita l'intera popolazione, che si vedrà lievitare i prezzi della spesa quotidiana. Di fatto, non avendo l'Italia per un anno una produzione propria di grano e mais, le aziende saranno costrette ad acquistarlo all'estero e di conseguenza al prezzo di mercato imposto da chi produce, ciò si traduce inevitabilmente in un aumento del costo delle farine, della pasta, del pane e di tutti quei alimenti che troviamo quotidianamente sulle nostre tavole e che sono prodotti dal grano e dal mais. Naturalmente da parte del Governo italiano nessuna reazione in merito, segno di come il nostro Presidente del consiglio, sia sempre propenso ad assecondare le follie della comunità europea.


100 anni fa, mentre le lobby cercavano di inginocchiare i popoli, facendo lievitare il costo del grano e facendo nascere le solite speculazioni, sua Eccellenza Benito Mussolini (il cattivo per l'italiota medio), faceva la battaglia del grano. L'obbiettivo che voleva raggiungere il Duce era quello dell'autarchia, l'Italia dove auto prodursi e non doveva dipendere da altri stati, solo con l'autarchia il popolo si poteva definire libero ed il prezzo del grano, doveva essere alla portata di tutti. Le misure adottate miravano a ottenere un incremento della produzione non tanto con l’aumento della superficie da destinare a frumento, ma soprattutto con un miglioramento delle rese per ettaro. I fattori che influirono positivamente furono la progressiva diffusione della meccanizzazione nelle campagne, l’utilizzo di concimi chimici, l’allargamento del credito fondiario, l’utilizzo di sementa selezionate, tutto questo portò l'Italia ad essere indipendente. Mentre oggi, lo Stato e la Comunità europea ci vogliono dipendenti dalla solita speculazione.

Negli anni successivi, il Governo fascista fece delle campagne di sensibilizzazione contro lo spreco del pane, ed organizzò feste e sagre per valorizzare il pane. 

Ancora ad oggi, in alcuni panifici si trovano le buste del pane, con le frasi di Mussolini, e la sinistra continua a rosicare, scrivendo articoli etichettandoli come frasi shock, quando l'unico shock è avere politici di destra e di sinistra di cosi bassa lega.


A precedere la battaglia del grano, allora vi fu la febbre spagnola (1918 - 1920). Il copione fu identico a quello odierno del covid19, ospedali da campo, mascherine, tassi di mortalità elevati, tuttavia, anche oggi se dovessimo affidarci alla narrativa ufficiale del covid19, diremmo che è stata una strage. Ma noi sappiamo, che la strage è avvenuta per i protocolli sbagliati, che chi è morto aveva 3/4 gravi patologie pregresse, che gli ospedali erano sbarrati per le altre patologie... 

Pertanto, i nostri nipoti e le future generazioni, qualora non riuscissimo a portare alla luce la verità, leggeranno del covid19, come noi abbiamo letto sulla spagnola, penseranno che Speranza sia stato un gran ministro che è riuscito a contenere il virus grazie alle restrizioni imposte ed ai protocolli applicati. 

Francesco Capizzi

Coordinatore per la regione Sicilia 

Movimento Fascismo e Libertà - Partito Socialista Nazionale
















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