giovedì 5 aprile 2018

Il Fusorario non si arrende, si difende.

Continua la telenovella con il Comune di Palermo e nello specifico con il Suap e come nelle migliori soap, le trame si ingarbugliano e si infittiscono con colpi di scena inaspettati.

Per chi ci ha seguiti, malgrado le continue segnalazioni di illeciti compiuti dalle attività commerciali limitrofe alla mia, illeciti fra l'altro confermati dal Suap, NULLA è cambiato per loro, anzì spesso e volentieri hanno ottenuto delle concessioni se pur non potevano averle.

Per noi la musica è differente, malgrado avevamo presentato il rinnovo della pratica del suolo pubblico il 05 ottobre 2017, dopo oltre 50 giorni ci veniva detto che dovevamo ridurre l'area e ci venivano date indicazioni in merito dallo stesso funzionario amministrativo del comune. Il 15 dicembre 2017 presentiamo le modifiche da loro richieste e 65 giorni dopo, veniamo a scoprire che la pratica non era stata presa ancora in considerazione. Il comune ha 90 giorni di tempo per lavorare la pratica, ma al 102° giorno, riceviamo la bocciatura della nostra richiesta di concessione, per 3 motivazioni differenti.

La prima dopo aver dimostrato l'errore compiuto dall'ufficio mobilità, modificavano la piantina dell'area pedonale di piazza Olivella, tracciando una linea immaginaria che riduceva l'area pedonale ed a dir loro se qualche auto parcheggiasse nell'area pedonale con la nostra concessione si intralcerebbe il traffico.
Forse il suap ha dimenticato com'era piazza Olivella...


e non sà come è diventata grazie ai nostri continui esposti


Eppure noi eravamo già lì ordinati ed autorizzati.

Il secondo punto che attesta la bocciatura della pratica fa sbellicare dalle risate. In poche parole non ci siamo tenuti ad 1,20mt dal nostro vicino.

Direte che c'è da ridere? Nel 2013 presentai io tutte le pratiche di suolo pubblico per l'Olivella. Su 8 pratiche presentate ne furono approvate 6, mentre le pratiche del locale "A rarigghia n'Toni" e del locale "Al desiderio" non furono approvate, in quanto si trovavano all'interno del triangolo di visibilità e pertanto non potevano essere autorizzate. Ma per loro non è mai stato un problema, infatti come ampiamente dimostrato in tutte le sedi hanno continuato ad occupare abusivamente il suolo pubblico. Nel 2014 mi occupai io personalmente di presentare le pratiche di rinnovo per 3 attività. Le altre, alcune decisero di rinnovare per conto proprio, altre di non rinnovare, visto che alcuni occupavano il suolo pubblico a costo zero. Successivamente l'attività alla mia destra "Caligola" decise di vendere. Il nuovo gestore chiese il suolo pubblico e gli fù concesso a 20 cm da quello a noi autorizzato. Mentre di recente viste le mie continue denuncie hanno deciso di autorizzare il locale "Al desiderio" (un modo come un altro per aiutarlo), autorizzandolo a 5 cm dalla nostra autorizzazione. Entrambe le richieste seguendo il ragionamento del Suap, non potevano essere autorizzate, in quanto violavano art. 5 comma 2 del regolamento comunale per le concessioni del suolo pubblico. Eppure furono autorizzate . Per tanto nell'incontro con il tecnico del comune il sig Cusumano, chiedo lumi... E lui mi risponde "abbiamo sbagliato ad autorizzarli, ma se abbiamo sbagliato una volta non è detto che dobbiamo sbagliare anche con lei, pertanto si deve tenere ad 1,20 mt dal suo vicino".

Capito il metro di misura di questi signori? io, impiegato comunale assegno una concessione di suolo pubblico a chi non potrebbe averla, in quanto da un lato ci sono già io e dall'altro occorre lasciare 5 mt del famoso triangolo di visibilità. Il gestore di un altra attività, fa notare lo sbaglio da loro commesso e  che fanno, negano l'autorizzazione a me che gli ho fatto notare lo sbaglio a vantaggio di chi non rispetta le regole. Di fatto il gestore in questione come dimostrato nei vari controlli effettuati su nostra sollecitazione è stato beccato più volte come riportato dai giornali ad occupare 42 mq in più oltre a quelli autorizzati, a non avere l'autorizzazione sanitaria esterna per l'area in eccesso, utilizzando delle tende a parete che deturpano un edificio a valenza storica, con arredamenti vietati nella delibera 252 del settembre 2014...

Ma adesso viene il bello nella delibera 252 del settembre 2014 che il Suap applica a piacimento, vi è scritto a chiare lettere...

l'art 19 al punto 2 della delibera 252 del settembre 2014 recita IL TITOLARE DELLA CONCESSIONE INCORRE NELLA DECADENZA DEL PROVVEDIMENTO, DICHIARATA DAL COMPETENTE UFFICIO COMUNALE NEL RISPETTO DELLA NORMATIVA VIGENTE, NEL CASO IN CUI VENGA ACCERTATO IL PERDURARE DI UNA VIOLAZIONE GIA' ACCERTATA CON PRECEDENTE VERBALE.

Capito bene? se viene accertata una seconda violazione, viene ritirata la concessione ad occupare il suolo pubblico... Secondo voi quante concessioni sono state ritirate dal 2014 ad oggi?

Art. 19. punto 3 della stessa delibera : IL TITOLARE DELLA CONCESSIONE DICHIARATA DECADUTA DOVRA' PROCEDERE NEI TERMINI INDICATI NEL PROVVEDIMENTO DI DECADENZA A RIMUOVERE I MANUFATTI CON CONSEGUENTE RIPRISTINO DELLO STATO DEI LUOGHI; IN CASO SI INOTTEMPERANZA A TALE OBBLIGO, L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE PROVVEDERA' DIRETTAMENTE CON RIVALSA DELLE RELATIVE SPESE.

Nessuna concessione ritirata e nessuna rimozione forzata degli abusi è stata fatta da parte del Comune

Art. 19 punto 4 della stessa delibera: IN CASO DI DECADENZA DEL PROVVEDIMENTO ACCESSORIO, NON E' AMMESSO IN CAPO AL TITOLARE DELL'ATTO DECADUTO IL RINNOVO DELLA CONCESSIONE PER 1 ANNO. LA DECADENZA NON DA' DIRITTO AL RIMBORSO DEL CANONE EVENTUALMENTE SOSTENUTO.

Le attività che hanno subito il ritiro dell'autorizzazione non possono richiedere una nuova autorizzazione per un anno e non possono richiedere il rimborso del canone versato.

Morale della favola, le leggi ed i regolamenti, non vengono fatti ad uso e consumo di chi li applica, ma fungono da regola generale UGUALE PER TUTTI. Quando un pubblico ufficiale commette un errore, il suo errore non deve ricadere sul fesso di turno, ma ricade su se stesso. Chi sbaglia paga...

Nel terzo punto ci chiedono di mantenerci nella parte prospiciente alla nostra attività ed ancora non abbiamo capito dove era l'eccedenza, visto che si siamo mantenuti alle loro richieste.


 



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