Due storie a confronto, la prima
è la mia, la seconda riguarda la storia di una signora Rossi, (nome di
fantasia).
Con la passata amministrazione
comunale, ho tentato per anni a mettere in evidenza le anomalie presenti in
piazza Olivella, ma ho trovato solo muri di gomma ed ostruzionismo. Mi sono
dovuto rivolgere pertanto alla Procura della Repubblica, ma malgrado la
Soprintendenza e la Procura mi davano ragione, le strutture non sono mai state
rimosse, ed alcune occupazioni sono state persino ampliate.
Il 23 maggio 2016, inviai una
pec al Suap, dove mostravo le strutture che mi circondavano, e chiedevo alla
responsabile, quale delle strutture illustrate, potevo richiedere. La Dott.ssa
Patrizia Milisenda il 17/06/2016 mi rispondeva, che strutture del genere erano
vietate in tutto il territorio cittadino e provvedeva ad inviare una nota alla
Polizia Municipale. Controlli che una volta avvenuti, si concludevano con un
nulla di fatto, in quanto la struttura paradossalmente era autorizzata dallo
stesso Suap.
Ho inviato altre 4 pec al Suap,
mostrando le continue irregolarità e questa volta mi risponde la Dott.ssa
Mandalà Maria il 29 novembre 2016, dicendo che le mie segnalazioni, sono state
inviate alla Polizia Municipale, unico organo deputato al controllo. Il 27
gennaio 2017, ci furono i controlli, ma come è emerso successivamente dalle
indagini della procura e dai tabulati telefonici di alcuni agenti della
municipale, alcuni gestori erano stati avvertiti prima dei controlli. Alle
prime luci dell’alba del 28 gennaio, ricevetti una molotov nella saracinesca
del locale (https://video.corrieredelmezzogiorno.corriere.it/denuncia-tavolini-abusivi-lanciano-bottiglia-incendiaria-contro-negozio-la-mafia-c-entra-eccome/2ccc1200-e7cf-11e6-9670-1e802057125d). Ma non mi sono abbattuto, ho continuato a segnalare,
rivolgendomi questa volta ai carabinieri. A marzo 2017, fecero dei controlli e
scoprirono che un locale, malgrado favorito dal Suap, violava ulteriormente
l’autorizzazione concessa e pertanto provvedevano alla richiesta di rimozione
degli abusi. Tuttavia, la struttura continua a violare la delibera 252 del
settembre 2014. Il 4 dicembre, sempre la Dott.ssa Mandalà chiedeva nuovi
accertamenti. Depositai una nuova querela in questura e fui contattato dal
dirigente il Dott. Siracusa, che fece partire i controlli e convocò per
sommarie informazioni un incaricato della Soprintendenza ed un incaricato del
Suap. Si è scoperto che l’attività precedentemente controllata dai Carabinieri,
ha ottenuto una concessione di suolo pubblico difforme alla delibera 252 del
settembre 2014, in soli 21 giorni nel mese di agosto, quando la
mia richiesta di rinnovo è stata tenuta nel “cassetto” per 179 giorni… uno
strano modo di mostrare gratitudine da parte del Comune di Palermo. In seguito
a queste indagini ad alla mole di pec inviate al Suap ed alla Soprintendenza,
quest’ultima rispondeva il 29 giugno 2018, il Sovrintendente Lina Bellanca, ci
informa che le strutture presenti non sono regolari e chiede agli organi
preposti la messa in pristino dello stato dei luoghi. Ripristino che non solo non c’è stato,
ma come è emerso più tardi da un accesso agli atti fatto in Procura, vi è stato
un accordo fra Soprintendenza e Suap, che permetteva a questa ed altre attività
che avevano ottenuto la concessione senza il parere preventivo della
Soprintendenza, di prorogare l’attuale concessione fino al 30 giugno 2019,
l’accordo non era prorogabile. Ma nessuno ha ripristinato lo stato dei luoghi
dopo quella data e nessuno ha controllato l’avvenuto ripristino.
Nel maggio 2022, ricevo la
richiesta di archiviazione da parte del sostituto procuratore che ha seguito le
indagini. Archiviazione a cui il mio avvocato, non ha fatto in tempo a fare
opposizione.
Tuttavia, le dichiarazioni del sostituto
procuratore mi lasciano sbalordito, in quanto dichiara che le indagini vengono
convogliate in un altro procedimento seguito dalla polizia municipale, nato da
un mio precedente esposto, che porta al processo di 3 agenti della municipale. Venivano
assegnate ulteriori indagini al commissariato di Polizia di Stato Oreto. Le
indagini confermano quanto da me dedotto. La sovrintendenza, chiarisce che le
autorizzazioni presenti al centro storico, necessitano del loro parere preventivo;
pertanto, informa che non intende rinnovare la concessione data all’attività da
me segnalata e ne chiede l’immediata rimozione (giugno 2018). Il funzionario
della Soprintendenza precisa che alcune richieste di rinnovo relative a
concessioni rilasciate in assenza del parere della soprintendenza erano state
sospese poiché, il Suap, con nota del 7.12.18. comunicava alla Soprintendenza
che per le stesse pratiche avrebbe provveduto al rilascio di concessioni
temporanee, non rinnovabili, in attesa dell’approvazione di modifiche di
regolamento comunale.
Di analogo tenore le
dichiarazioni rese dal funzionario del Suap, responsabile del servizio rilascio
concessioni di suolo pubblico presso il comune di Palermo. Riguardo alla
pratica del locale da me segnalato, la pratica veniva istruita da due impiegati
del Suap, i quali per motivi a lui ignoti, rilasciavano la concessione senza il
nullaosta della Soprintendenza. Confermava inoltre che era nato un accordo
Comune e Soprintendenza per il rilascio di concessioni temporanee non
rinnovabili, in questo modo si annullava in data 17.01.2019 l’intimidazione di
messa in pristino precedentemente emanata nei confronti del locale da me segnalato.
Riassumendo il locale da me
segnalato, ottiene nel settembre 2015 in soli 21 giorni, una concessione ad
occupare il suolo pubblico senza il parere preventivo della Soprintendenza, con
una struttura che lo stesso Suap, dichiara difforme al regolamento comunale. Il
31 dicembre 2017, questa concessione scade, ma nessuno come previsto dal
regolamento provvede a rimuoverla. A
giugno 2018 la soprintendenza, ne chiede l’immediata messa in pristino dello
stato dei luoghi e chiede l’intervento della Polizia Municipale. Intervento che
non c’è stato. A gennaio 2019 Suap e Soprintendenza si mettono d’accordo… Noi
comuni mortali, continuiamo ad avere ombrelloni aperti, mentre loro strutture
chiuse, calde ed accoglienti… Ma ora viene il bello.
Il Sostituto procuratore
continua… Il fatto che il Suap abbia autorizzato le installazioni fa sì che
l’occupazione non possa essere considerata “arbitraria”. L’assenza di nulla
osta da parte della Soprintendenza, circostanza astrattamente idonea ad
integrare la fattispecie di cui all’art. 181 d.lgs 42/04, appare divenuta ad un
certo punto una costante, e non un difetto della situazione concessoria
esclusiva del locale da me segnalato (dagli atti emerge che c’erano altre 6
attività che avevano ottenuto la concessione senza il parere preventivo della
Soprintendenza), tanto che si è realizzata una sorta di conferenza dei servizi
che ha partorito una soluzione, di dubbia legittimità (mi sono
rivolto alla Procura, se non lo sanno loro se una cosa è legittima, a chi mi
devo rivolgere?), con cui si è consentita comunque l’emanazione di
autorizzazioni provvisorie, in attesa, evidentemente, di un censimento,
finalizzato alla regolarizzazione di tutte le attività richiedenti
autorizzazioni per esercizi di somministrazione nella piazza Olivella di
Palermo. In ogni caso non sono confluiti nell’ambito del presente procedimento specifici
accertamenti nei confronti di alcun esercizio commerciale che consentano di
apprezzare la sussistenza di fattispecie penalmente rilevanti nei confronti di
alcuno, né tantomeno, di sostenere la ricorrenza di un processo.
In realtà, dalle risultanze di
indagine, e da quanto riferito dal signor Capizzi, nella piazza Olivella, si
sono concentrate numerose irregolarità sul piano amministrativo, verosimilmente
dovute, oltre alla forte pressione commerciale cui è sottoposta la zona, noto
centro di aggregazione dei giovani e turisti, anche alle condotte infedeli di
pubblici ufficiali preposti ai controlli… Si chiede pertanto l’archiviazione
È scaduta anche la proroga non
rinnovabile ed è stato fatto il nuovo regolamento… ma malgrado le nuove norme
sono più stringenti, le strutture rimangono ancora lì.
Dall’accesso agli atti sono
emerse numerose anomalie. Tuttavia, dopo 5 anni la querela è stata archiviata
con un nulla di fatto.
La storia seguente è quella
della signora Rossi. Sotto casa sua apre un pub, e come avviene spesso il
titolare, pone dei tavoli su entrambi i lati della carreggiata ed inizia a fare
concerti live all’aperto. La sig.ra Rossi scende a lamentarsi con il titolare.
Il titolare, dopo qualche giorno, resosi conto che il suo locale senza musica
non è attrattivo, fa un nuovo concerto. Nascono una serie di litigi fra la
signora ed il titolare, fino a quando due personaggi si presentano alla porta
del gestore e lui decide di chiudere. Attività chiusa in meno di 5 mesi dall’inaugurazione.
In termini di legge, la signora
ha ragione, vi erano dei reati in corso, si sarebbe dovuta rivolgere all’arpa,
che sarebbe intervenuta dopo mesi, avrebbe dovuto presentare un esposto,
rivolgersi ad un legale e magari come nel mio caso, dopo 5 anni sarebbe finita
a tarallucci e vino.
Ecco perché la mafia vince,
perché manca la risposta da parte dello Stato. Non so se nel resto d’Italia è
così, ma qui un cittadino che pretende i suoi diritti, che pretende regolamenti
uguali per tutti, non viene ascoltato. Dal giorno del deposito della querela,
passano mesi prima di vedere quale attività intraprenderà il magistrato. Una
denuncia depositata a novembre che mostrava le strutture chiuse a veranda, ha
fatto partire i controlli a maggio dell’anno successivo, quando le strutture erano
aperte per via del caldo. Eppure, quando c’erano da violare i diritti dei
cittadini applicando decreti e dpcm incostituzionali erano velocissimi.
Recepivano i dpcm in 24 ore ed erano operativi a scovare il presunto trasgressore,
che ignaro delle leggi e della costituzione, sarebbe andato a pagare il verbale
senza fiatare.
Con questo post, non voglio dire che è più conveniente rivolgersi alla mafia. Ma che a trent'anni dalla strage di Capaci, dove la propaganda antimafia ci ha mostrato un modello di Stato che in realtà non esiste, noi cittadini, dobbiamo pretendere di più se vogliamo essere rispettati come cittadini. Lo Stato ci usa solo per spremerci per le tasse, noi invece dobbiamo pretendere servizi all'altezza delle tasse che paghiamo. Altrimenti i nostri figli saranno sempre costretti a migrare, perché hanno la certezza di vivere una vita approssimativa e sottopagata nel sud Italia.
Francesco Capizzi
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