domenica 11 marzo 2018

Fusorario, una fastidiosa anomalia



Palermo capoluogo siciliano, come tutti sappiamo fa parte dell'Italia e come città italiana ha le stesse regole e le stesse leggi delle altre città italiane. Ma c'è una legge più forte che va oltre gli articoli scritti nel codice civile e nel codice penale, più forte delle varie delibere e ordinanze... questa legge o meglio ancora questo regolamento che non è scritto da nessuna parte, ma che tutti conosciamo, lo possiamo chiamare con una parola sola,  MAFIA.

La mafia è nel DNA del cittadino palermitano o per meglio dire palermosauro, termine coniato per identificare il palermitano che ha la mentalità rimasta indietro all'età della pietra.

Il palermitano medio ha come concezione radicata che lo "stato" deve fornigli un lavoro, ma non un lavoro dove si fatica realmente, ma un posto di lavoro, dove meno si lavora nel senso nobile del termine e meglio è, con possibile zona relax dove poter schiacciare un eventuale riposino. Anche perché spesso e volentieri per arrotondare poi vanno a fare quei lavori a nero, che rispettano le tradizioni culinarie del palermosauro e se sono stanchi rendono meno.

Nella sventurata ipotesi che qualche amico degli amici non riesca a piazzarli nel posto di lavoro pubblico, la classica frase da loro riportata è "ma chi fa, minni e ghiri a rubari?" (che devo fare, me ne devo andare a rubare?) in queste quattro parole viene espresso il concetto di abusivismo. Per il palermosauro esistono solo due alternative, lavoro comunale o lavoro abusivo, tolte queste due possibilità, come Pilato se ne lavano le mani, siete voi che mi costringete a rubare...

Ma difficilmente andranno a rubare, anche perché sanno che a Palermo nessuno vede, nessuno sente e nessuno parla, nemmeno coloro che sono pagati per farlo, ed allora si rivolgono al capo bastone di zona per avere assegnato il posto. Iniziano quasi sempre con un carrello di limoni, poi aggiungono qualche cassetta di frutta, a seguire la bancarella e poi la baracca, occludendo interi tratti di marciapiede e rimanendo li anni interi, con il silenzio assenso delle forze dell'ordine, perché poverini "sannu a buscari u pani". Intere vie prese d'assalto, strisce pedonali occluse dalle cassette di frutta, marciapiedi sbarrati ed immancabilmente a fine serata la montagna di immondizia lasciata per strada. Ogni tanto a lavata di faccia le forze dell'ordine effettuano un sequestro e lasciano che il giorno successivo tutto ritorni com'è, nella perfetta illegalità. Subito nei giornali online si scatena la gara di solidarietà da parte degli indigeni della stessa specie.

Salendo nella scala evolutiva, il palermitano che vorrebbe essere onesto con la sua coscienza e vorrebbe dissociarsi dal palermosauro, ha sempre due alternative, tentare il concorso pubblico oppure aprirsi un attività commerciale, rivolgendosi al suap. A differenza del capo bastone di quartiere che applica leggi conosciute da tutti ma non scritte, gli impiegati del suap hanno delle leggi scritte, ma fanno confusione ad applicarle ed a volte capita che in alcuni casi applicano i regolamenti alla lettera, in altri casi sorvolano su alcuni punti che non consentirebbero l'approvazione dell'autorizzazione, come disse il funzionario amministrativo al mio tecnico "dipende tutto da chi lavora la pratica"... come se i regolamenti si applicano a simpatia ed i regolamenti ad interpretazione oppure a convenienza. In cuor loro sanno che il palermitano è omertoso e pertanto mai nessuno, metterebbe in discussione un autorizzazione da loro rilasciata.

Del resto a Palermo, tutti sanno tutto, tutti conoscono queste dinamiche, ma per non avere problemi tacciano e subiscono in silenzio, perché meglio tacere che essere liberi.

A Palermo sino a qualche tempo fa, nessuno avrebbe immaginato che il gestore di un locale avrebbe attaccato il sistema, "una nuci non saccu, scrusciu unni fa" dicevano, oppure "ma cu è ca si lamienta, du pazzu ru Fusorario?"

Perché chi va contro il sistema è pazzo.

Se fossimo realmente nella capitale dell'antimafia, il sottoscritto sarebbe accolto come un eroe, ma essendo che il più pulito ha la rogna, stanno cercando in tutti i modi di affossare il Fusorario, perché nella loro mente se dovesse chiudere il Fusorario, avrebbero messo a tacere una falla del sistema. Ma allo stesso tempo, hanno paura che se dovessero applicare i regolamenti alla lettera in tutta la zona dell'Olivella, altri quartieri si potrebbero attivare in tal senso e chiedere il rispetto delle leggi e delle ordinanze. Questi illusi non sanno che se dovessi chiudere, avrei più tempo per dedicarmi alle miei battaglie trovando tutte le anomalie nel resto della città ed allora ne avremmo di cose da raccontare.

In questa battaglia navale con l'unico scopo di affondare il Fusorario, hanno provato a bocciare la nostra pratica di suolo pubblico, ci hanno privato dell'insegna rendendo la nostra attività anonima, ci hanno multato di 6666,66€ per una birra venduta fuori orario, quando la stragrande maggioranza dei nostri vicini continua a somministrare dopo le 3 di notte alcolici senza che nessun paladino della giustizia li controlli, mantenendo inoltre le loro insegne pubblicitarie, ed in fine per il momento, hanno tenuto la nostra pratica di rinnovo del suolo pubblico aggiornata depositata nel cassetto per oltre 65 giorni, perché a dire con tono confidenziale dall'impiegato "ce l'hanno a morte con te..."

Naturalmente sono sempre dalla parte della ragione, nella delibera 252 del settembre 2014 c'è scritto che il comune deve processare la pratica entro 100 giorni e quindi dobbiamo pazientare in silenzio, ma c'è anche scritto che non possono essere concesse autorizzazioni di gazebo, di tende che si chiudono a veranda, di pedane istallate sopra i tombini o le botole di sotto servizi. Inoltre non possono essere concesse autorizzazioni a locali posti ad angolo. A locali in cui lo spazio da occupare ricade nei pressi di un cartello stradale, di un albero, di un arredo pubblico...Tutte occupazioni presenti nell'area di piazza Olivella e zone limitrofe.

E visto che hanno capito che sono una pericolosa variabile del sistema, quando riscontrano gli abusi da me segnalati, provvedono a inoltrare la pec alla Polizia Municipale con la richiesta di effettuare i controlli. In quanto sanno che nel momento in cui ricevono la mia pec a causa delle loro funzioni, sono dei pubblici ufficiali a tutti gli effetti, pertanto secondo l'articolo 361 e 363 del Codice penale, hanno l'obbligo di segnalare all'autorità giudiziaria competente un reato di cui ne hanno avuto notizia a causa delle loro funzioni e l'occupazione abusiva di suolo pubblico è un reato penale, art 633 codice penale. Ma anche il deturpamento di edifici a valenza storica tramite l'istallazione di tende a parete e reato penale. Quindi nel momento in cui chiedono alla municipale di verificare, loro se ne lavano le mani. Ma qui nasce il paradosso, chiedono di verificare, una cosa da loro autorizzata e pertanto il controllato risulta regolare.

Quindi per riassumere loro autorizzano l'attività X ad istallare una pedana sopra i tombini, noi segnaliamo e loro chiedono di verificare alla municipale se sono autorizzati. La municipale vede che sono autorizzati e non si pone il quesito, come fanno ad essere autorizzati se non possono esserlo? e chiude la pratica, non è bellissimo tutto ciò.

Io ti autorizzo a rubare, tu vieni beccato a rubare, ma essendo che sei autorizzato a rubare, automaticamente vieni legittimato a farlo, stupefacente no?

Caro amico vittima del sistema come me, in molti vi ho accolto ed ho sentito i vostri racconti ed i vostri drammi. Ogni quartiere ha dei cittadini onesti che portano il peso della mala gestione e della politica clientelare di questa città. Unisciti a me nella battaglia contro coloro che ci vogliono affossati, se facciamo partire diversi focolai di rivolta, abbiamo maggiore possibilità di ribaltare il sistema e salvare le nostre aziende. Se ritieni che la mia battaglia è anche la tua, sai dove trovarmi. Insieme possiamo fare di più per una Palermo realmente libera da ogni MAFIA.

Francesco Capizzi


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