giovedì 13 maggio 2021

La foto della discordia


 Questa mattina Facebook è stato preso d'assalto da vari post, con commenti variopinti su questa foto. Chi proponeva e contestava questa immagine, era infastidito dalla presenza del sindaco Orlando e dalla differenza di trattamento da lui perpetuata ai danni dei palermitani. Subito senza riflettere sull'argomento si sono alzati gli scudi dei sinistrati, che tacciavano di razzismo, tutti coloro che dissentivano. Ma il tema dei post non era l'evento religioso in se, ma il trattamento diverso perpetuato dal sindaco, contro i suoi concittadini. Di fatto parliamo dello stesso Orlando, che ha permesso lo scorso anno di festeggiare il ramadan a maggio, subito dopo il lockdown (quando la politica di Conte aveva vietato ai cattolici di pregare all'interno delle chiese) ed ha impedito ai palermitani di festeggiare la santa padrona della città, vietando persino a settembre la storica "acchianata". Nella levata di scudi alcuni commenti evidenziavano l'ordine e la disciplina dei musulmani distanziati e mascherati (non tutti), ed attaccavano i palermitani rei a dir loro, di non indossare mascherine e non rispettare il distanziamento. Pertanto quando qualcuno faceva notare che il sindaco, ha impedito e continua ad impedire lo stazionamento in spiaggia ed in molte strade cittadine, i figli dei vari Crisanti e Galli, davano ragione al sindaco, perché i palermitani non sanno rispettare il distanziamento e non usano la mascherina in spiaggia. Se avessero almeno un neurone, capirebbero la cazzata che hanno detto, ma la vita per loro è stata avara. Con il sole, le alte temperature e lo iodio, non c'è virus che tenga, cari idioti ipocondriaci, lo scorso anno il virus è svanito in estate, proprio perché con il caldo i virus muoiono dopo pochi minuti e non hanno il tempo di contagiare. Ed è ritornato ad ottobre, come avviene ogni anno con tutte le influenze. In un intero anno non è stato portato un solo studio sull'importanza di usare la mascherina, ma come asini ammaestrati ripetono a cantilena la storia dell'importanza della mascherina. Le critiche alla foto erano in tema di diritti, se è vero che per l'art. 19 della costituzione "Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume", questo diritto vale per tutti, cattolici compresi. Ma allo stesso tempo non dimentichiamoci in tema di diritti e di costituzione l'art 1 "l'Italia è una repubblica fondata sul lavoro". L'art 2 "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale." L'art. 3 "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali." L'art. 4 "La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto." L'art. 13 "La libertà personale è inviolabile." L'art. 16  "Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza". L'art. 17 "I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz'armi. Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso". L'art. 21 "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione". L'art.25 "Nessuno può essere distolto dal giudice naturale precostituito per legge. Nessuno può essere punito se non in forza di una legge che sia entrata in vigore prima del fatto commesso". L'art. 35 "La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni." L'art. 36 "Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa".

Tutti diritti dimenticati da chi passa la giornata a sbraitare sui diritti umani...

 Francesco Capizzi 

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